dodis.ch/35729
Memorandum dell’Ambasciata d’Italia a Berna al Dipartimento politico1

L’Ambasciata d’Italia ha l’onore di riferirsi al pro-memoria del 23 gennaio 19702 in merito al problema dell’Istruzione scolastica dei figli dei lavoratori italiani in Svizzera e di comunicare al Dipartimento Politico Federale quanto segue:

Nel suo pro-memoria del 3 aprile u. s.3, l’Ambasciata d’Italia aveva avuto modo di sottolineare il proprio punto di vista circa il problema delle scuole italiane nella Confederazione e di far presente come, a suo avviso, le limitazioni poste alla frequenza delle stesse da parte di alcuni Cantoni e Comuni4, non apparissero in linea con le intese a suo tempo intercorse in materia tra il Governo italiano e il Governo elvetico e riprodotte nella V a delle Dichiarazioni comuni allegate all’Accordo di Emigrazione del 10 agosto 19645, secondo la quale sembra non doversi ritenere in linea di principio controversa la possibilità per i genitori italiani di far usufruire i propri ragazzi delle iniziative italiane che fosse stato possibile realizzare nella Confederazione elvetica.

Nel ringraziare per la dettagliata esposizione con la quale si è voluto dare riscontro al predetto pro-memoria, l’Ambasciata d’Italia tiene anzitutto a dare atto al Dipartimento Politico Federale degli sforzi che da parte svizzera sono stati, e verranno, compiuti nell’intento sia di facilitare l’inserimento dei figli dei lavoratori italiani nelle scuole locali, sia di renderne più agevole l’eventuale reinserimento nelle scuole italiane, in caso di rientro in Patria.

Le autorità italiane, favorevoli all’inserimento dei figli dei lavoratori italiani nelle scuole svizzere, non possono peraltro esimersi dal ribadire il loro punto di vista circa la inopportunità di comprimere la libera scelta dei genitori italiani nei confronti della scuola per i figli, almeno nell’ambito delle iniziative esistenti.

D’altra parte, nell’ultimo pro-memoria del Dipartimento Politico6 non si sono riscontrati argomenti convincenti nella impostazione data al problema da parte delle Autorità scolastiche svizzere.

In appoggio alla posizione restrittiva adottata in merito da alcuni Cantoni e Comuni, il Dipartimento politico federale richiama, nel suo pro-memoria, la considerazione che la grande maggioranza dei lavoratori italiani imposta la propria permanenza in Svizzera sulla convinzione di un rientro in Italia che poi non avverrà, con l’effetto di aver fatto frequentare ai propri figli un ciclo scolastico che ne rende difficile l’inserimento a medio livello nelle scuole svizzere e, conseguentemente, nella società e nella vita economica locale7.

Premesso che le scuole italiane in Svizzera sono frequentate da un numero assai ristretto di allievi, l’Ambasciata d’Italia, pur riconoscendo in linea generale la validità di tali considerazioni, non può non osservare che il volume dei rimpatri è stato stimato, dalle competenti autorità elvetiche, dell’entità di circa 80’000 persone l’anno, di cui – è facile concludere – una notevole parte è costituita da italiani. È poi nell’esperienza di tutti i giorni la non trascurabile consistenza dei rientri anche di nuclei familiari. È pertanto da ritenere reale il fatto che un certo numero di ragazzi attualmente in Svizzera completerà in Italia la propria istruzione scolastica. Così come è da ritenere che un certo numero di rimpatri di emigrati, anche qualificati, sia dovuto alla volontà di far frequentare ai figli le scuole in Italia, nel cui contesto sociale ed economico il nucleo familiare intende reintegrarsi. E sotto questo aspetto l’inserimento nelle scuole italiane dopo alcuni anni di frequenza della scuola svizzera è molto più difficoltoso per quei bambini che non abbiano avuto almeno una base di studi di lingua e cultura italiana nelle scuole primarie.

Ed è per la considerazione di favorire l’inserimento del bambino italiano nella scuola svizzera che questa Ambasciata aveva proposto che si studiasse la possibilità di introdurre nelle scuole elementari italiane adeguati corsi di lingua e cultura locale. A tal fine anzi l’Ispettorato scolastico italiano ha già preparato uno studio che questa Ambasciata ritiene potrebbe venire incontro ai desideri delle Autorità scolastiche svizzere, giustamente preoccupate che nei casi – in realtà non molti – in cui i bambini italiani invece di rientrare in Italia decidano di frequentare le scuole svizzere, essi non si trovino in difficoltà per il loro inserimento nelle scuola stessa.

Comunque, quale che possa essere l’impostazione del problema, tanto più se si porta il discorso sul reale stato delle cose – numero modesto di bambini che frequentano la scuola italiana rispetto al preponderante numero che già frequenta le scuole svizzere – riteniamo che un franco discorso in proposito non possa che essere utile per soddisfare alle diverse esigenze.

L’Ambasciata d’Italia ha preso volentieri nota che le autorità scolastiche concordino che certi aspetti del problema vanno attentamente esaminati quando si tratti di figli di lavoratori per cui è da prevedersi il ritorno in Italia, mentre nella conclusione dello stesso pro-memoria le Autorità federali e il Comitato della conferenza dei direttori cantonali dell’educazione pubblica desiderano la ricerca di una soluzione adeguata.

Al fine di scendere su un piano concreto di collaborazione l’Ambasciata d’Italia riterrebbe opportuno un incontro a livello tecnico tra esponenti delle Autorità scolastiche svizzere e dell’Ispettorato italiano per la scuola esistente a Berna8.

1
Memorandum: CH-BAR#E2001E#1980/83#453* (B.41.10.2).
2
Memorandum del Dipartimento politico all’Ambasciata d’Italia a Berna del 23 gennaio 1970, doss. come nota 1. Cf. anche l’appunto di M. Gelzer del 21 gennaio 1970, dodis.ch/36617.
3
Memorandum dell’Ambasciata d’Italia a Berna al Dipartimento politico del 3 aprile 1969, CH-BAR#E2001E#1980/83#3024* (B.41.11.1).
4
Sulle iniziative dei Cantoni relative alla frequenza di un insegnamento nella lingua e la cultura di origine cf. DDS, vol. 24, doc. 85, dodis.ch/32361, e doc. 166, dodis.ch/32356.
5
RU, 1965, pp. 400–410. Sull’Accordo fra la Svizzera e l’Italia relativo all’emigrazione dei lavoratori italiani in Svizzera cf. DDS, vol. 23, doc. 37, dodis.ch/30798.
6
Cf. nota 2.
7
Sulla frequentazione dei figli d’immigranti spagnoli nelle scuole spagnole in Svizzera cf. la lettera di V. Martin a E. Thalmann del 15 luglio 1971, dodis.ch/36577.
8
Cf. l’appunto di M. Gelzer del 30 gennaio 1970, dodis.ch/36167.